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I tuoi brillanti possono avere un valore elevato oppure possono valere molto poco, dipende da 4 fattori principali, chiamati le 4 C.
La caratteristica dei diamanti che incide maggiormente sul prezzo è sicuramente la grandezza. Nei diamanti questo valore si misura in carati e nella suddivisione del carato in centesimi chiamati punti. Ad esempio un carato sono 100 punti, mezzo carato sono 50 punti e così via.
Più sono i carati maggiore sarà il valore della pietra preziosa il quale aumenta in maniera più consistente per le pietre grandi, per fare un esempio un diamante da 1 carato (100 punti) vale molto di più che 10 diamanti da 10 punti.
La purezza è l’assenza in una gemma di inclusioni e di caratteristiche esterne le quali penalizzano la brillantezza e l’estetica.
La differenza tra un’inclusione e una caratteristica esterna o di superficie consiste nella posizione in cui si trovano. Le inclusioni sono completamente racchiuse all’interno della gemma oppure quelle che partendo dalla superficie si estendono verso l’interno.
Le caratteristiche esterne o di superficie, invece restano confinate sulla superficie della pietra. Insieme, inclusioni e caratteristiche esterne, vengono definite caratteristiche di purezza. Esse contribuiscono a determinare l’identità e la qualità di una pietra preziosa. Il colore varia dall’incolore trasparente al giallo o marrone.
Infine c’è il taglio che permette di avere la forma al diamante, un taglio ben fatto oltre ad essere più bello permette una corretta riflessione della luce conferendo alla gemma maggior brillantezza.
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I diamanti sono una delle tante forme in cui può presentarsi il carbonio. In particolare si tratta di una disposizione di atomi secondo una struttura tetraedrica. Sono da sempre stati considerati preziosi. Si pensa che i primi siano stati trovati circa 6000 anni fa in India, in alcuni depositi alluvionali. Si trovano addirittura dei riferimenti ai diamanti in antichi testi scritti in sanscrito. Da sempre se ne decanta bellezza, resistenza, pregio, brillantezza, capacità di graffiare altri metalli e un’indubbia capacità di rifrazione. L’acquisto diamanti, la vendita e la lavorazione di queste pietre preziose ha quindi sempre fatto parte della storia dell’uomo.
I primi diamanti sono quindi stati trovati in India, ma successivamente sono stati esportati nell’antica Roma, dove veniva usati per le incisioni. I primi giacimenti indiani, vennero poi affiancati da diversi ritrovamenti nel Borneo, in Brasile, in generale in Sudamerica e infine in Sudafrica (nel 1867 sul fiume Orange). All’inizio veniva sfruttati esclusivamente i depositi di tipo alluvionale, ma successivamente si scoprirono camini diamantiferi, originati da eruzioni vulcaniche.
La popolarità dei diamanti è sempre in continua crescita. È aumentata notevolmente a partire dal XIX secolo, quando è aumenta l’offerta e le tecniche di lavorazione e taglio sono decisamente migliorate.
I diamanti si formano dalla modificazione cristallina del carbonio. Si tratta di un minerale esauribile e possono avere svariate forme: struttura ad ottaedro, esacisottaedro, talvolta con le facce curve. Qualche volta sulle facce degli ottaedri sono presenti delle incisioni triangolari. In alcuni casi presentano facce piatte a forma di triangoli smussati, mentre in altri casi si presentano come rombododecaedri. Rari e molto preziosi i diamanti i cui cristalli presentano una struttura esacisottaedrica, cubica e dodecaedrica. Non mancano inoltre cristalli geminati o a simmetria tetraedrica. La scelta è vasta e offre tante possibilità per l’acquisto diamanti di qualità, mirato e consapevole.
I diamanti sono largamente impiegati in gioielleria. Sono molto resistenti e possono essere graffiati solamente da altri diamanti. Questa caratteristica li rende perfetti per essere indossati tutti i giorni, senza preoccuparsi per eventuali danneggiamenti, o corrosioni.
Una delle operazioni di maggiore importanza quando si parla della lavorazione dei diamanti, è quella del taglio. È un’operazione delicata e molto complessa, dove un errore può arrivare a costare la perdita di ingenti somme di denaro. Il taglio più comune dei diamanti è quello rotondo, chiamato a brillante. Si tratta di un taglio rotondo con minimo 57 faccette, alle quali, qualche volta, è aggiunta una tavola inferiore. Il nome di questo taglio ha generato però un po’ di confusione. Molti infatti credono che diamanti e brillanti siano la stessa cosa. In realtà tutte le pietre preziose possono essere tagliate a brillante, ma i risultati sono ben diversi.
I compra oro più competenti sono soliti anche all’acquisto diamanti. La valutazione è fatta tenendo conto della regola delle quattro C:
· Colore (colour)
· Purezza (clarity)
· Taglio (cut)
· Peso (carat)
I diamanti si possono classificare anche in base al colore:
1. Colourless (D) – incolori, trasparenti e purissime
2. Near Colourless – quasi incolore
3. Slighty Tinted – colorate
I diamanti possono assumere qualunque colore, dovuto ad impurezze e difetti strutturali (il giallo ambrato e il marrone sono le più comuni, il rosso, il rosa e il blu sono le più rare)§.
Dipende dalle inclusioni e dalle caratteristiche esterne. Sono considerati difetti le fessure naturali (o “ghiacciature”), le tracce di sfaldatura e le “linee di accrescimento” della gemma originaria. Le inclusioni penalizzano brillantezza ed estetica della pietra preziosa.
La differenza tra un’inclusione e una caratteristica esterna, o di superficie consiste nella posizione in cui si trovano. Le inclusioni sono completamente racchiuse all’interno della gemma, oppure sono quelle che, partendo dalla superficie, si estendono verso l’interno.
Le caratteristiche esterne o di superficie, invece restano confinate sulla superficie della pietra. Insieme, inclusioni e caratteristiche esterne, vengono definite caratteristiche di purezza. Esse contribuiscono a determinare l’identità e la qualità di una pietra preziosa.
Il Gemological Institute of America ha definito una scala della purezza delle gemme, e quindi anche dei diamanti, largamente usata a livello internazionale.
IF – (Internally Flawless) – Internamente Pura
VVS1 / VVS2 – (Very Very Small Inclusion) – Inclusione piccolissima (difficilissima da vedere)
VSI1 /VSI2 – (Very Small Inclusion) – Inclusione molto piccola (difficile da vedere)
SI1 / SI2 – (Small Inclusion) – Inclusione piccola (visibile facilmente)
P1 / P2 / P3 – (Piqué) – Inclusione visibile ad occhio nudo
Prima di procedere al taglio, il tagliatore deve considerare una serie di elementi:
· forma del grezzo
· taglio da ottenere
· proporzioni del taglio
· simmetria
In base alla qualità del taglio i diamanti si suddividono in:
· very good – simmetria/proporzioni perfette o con irrilevanti difetti
· good – simmetria/proporzioni inferiore
· poor – scadente, con difetti più grandi e/o numerosi
Il taglio permette di conferire una specifica forma al diamante. Un taglio ben fatto oltre ad essere bello, permette una corretta riflessione della luce conferendo alla gemma maggior brillantezza.
Il peso dei diamanti è espresso in carati. Un carato equivale a 0,2 grammi. Il carato può essere suddiviso in punti equivalenti a 1/100 di carato. Ad esempio un carato sono 100 punti, mezzo carato sono 50 punti e così via. Il peso è quasi sicuramente la caratteristica che incide maggiormente sul prezzo.
Maggiori i carati, maggiore il valore del diamante. Da tenere conto che un diamante da 1 carato (100 punti) vale molto di più che 10 diamanti da 10 punti. Due pietre di eguale peso, possono avere valore diverso quando purezza, colore e taglio differiscono. Il valore di una pietra preziosa per l’acquisto diamanti varia quindi in base ad ogni singolo fattore e caratteristica sopra riportata.
La quotazione dei diamanti è riportata settimanalmente dal Rapaport diamond report.
